Pillole di diritto del lavoro: Telelavoro e verifica dell’attività dei dipendenti

Si sa, il diritto del lavoro non è una materia semplice ed è in continua evoluzione.
In un momento come questo, in cui i cambiamenti la fanno da padroni, abbiamo dunque pensato di rivolgerci ad un’esperta in materia, l’Avvocato Bazzana – Marcoli, per aiutarci ed aiutarvi a fare un po’ di chiarezza.

Sicuramente, molti di noi si sono trovati a dover affrontare e gestire una nuova modalità di lavoro. Il tema che abbiamo deciso di trattare oggi, dunque, riguarda proprio questo nuovo asset.

Il telelavoro

Ecco la nostra domanda:

“Un’azienda implementa il telelavoro al fine di limitare i contatti tra colleghi e prevenire un’eventuale diffusione del Coronavirus.
Questa modalità di lavoro tuttavia crea diverse 
problematiche organizzative nello svolgimento delle mansioni (ad esempio: difficoltà dei dipendenti nel coordinarsi tra loro, tempi di lavoro e pause distribuite in modo caotico, difficoltà a raggiungere tempestivamente in caso di bisogno i dipendenti in telelavoro, tempistiche non rispettate,..).
L’azienda dunque valuta 
di far installare sui pc dei dipendenti che operano in telelavoro uno strumento informatico che permetta di verificare in maniera costante l’attività del dipendente in termini di quantità e qualità.
Sarebbe autorizzata a procedere in tal senso?

La risposta dell’esperto:

“La flessibilità ancorata a questa modalità di lavoro non è sinonimo di libertà assoluta. Anche il dipendente in telelavoro deve rispettare gli orari di lavoro e le tempistiche di consegna ordinari (come anche i tempi di riposo e le pause). Se il datore di lavoro intende accordare una flessibilità relativa alla gestione delle proprie mansioni e i tempi consacrati per lo svolgimento di questi è opportuno che lo definisca in modo chiaro con il dipendente. Nella definizione di questo aspetto è altresì necessario tenere conto delle necessità di coordinarsi con i colleghi e le necessità e tempistiche aziendali, nonché dei tempi di riposo imposti dalla legge.

Un controllo del rispetto degli orari di lavoro da parte del dipendente può intervenire esclusivamente in modo “indiretto”, verificando a posteriori il raggiungimento dei propri obiettivi e tutt’al più con degli interventi saltuari (ovviamente preannunciati) per verificare la presenza del dipendente. Un controllo costante dell’attività del dipendente per il tramite di sistemi informatici (es. programmi spia) è da escludere poiché in violazione con i principi del rispetto della personalità del dipendente.”


Se avete qualche dubbio o volete chiarezza su questo e/o altri temi, non esitate a contattarci, saremo lieti di darvi qualche consiglio.